Signor presidente degli Stati Uniti d’America, Gli USA sono la patria, se non della cultura ( che è molto precedente) almeno della libertà e della democrazia nel mondo occidentale. In tempi tristi per questi principiì gli Stati Uniti hanno dato un enorme contributo, economico e in termini di vite umane, alla loro difesa quando sono stati messi in dubbio dalla pazzia sanguinaria di chi che per un breve periodo buio della storia d’Europa ha creduto di sostituire ad essi il principio del governo ottenuto grazie alla forza. La culla del pensiero filosofico che per la prima volta ha dato luce a idee come quella di libertà, uguaglianza, fraternità ha rischiato seriamente di essere abbattuta in nome dell’idea del diritto basato sulla forza. Nel corso di questo scontro gli USA nati da quelle idee, da quel pensiero filosofico illuminista, gli Usa di Franklin. Lincoln, Jefferson hanno ristabilito con la loro forza i principii del moderno occidente messi in pericolo. Da quei giorni l’Occidente, e soprattutto l’Europa messa in ginocchio da una tragica guerra, si sono convinti che la fratellanza fra i popoli è un principio irrinunciabile della civiltà. Il mondo dei blocchi uscito da quella guerra, però, avrebbe dovuto convincere tutti che le due superpotenze vittoriose sarebbe state troppo impegnate a fronteggiarsi per ricordarsi di queste quisquilie filosofiche. L’Europa soprattutto ha sognato che il modello di pacifica e fraterna convivenza conseguito fosse più che un’isola nel mondo, mentre invece il mondo continuava a rimanere indietro con le sue logiche dei blocchi contrapposti. Lei. Signor Presidente, ha voluto svegliarci da questo sogno e ricordarci che comunque siamo stati sconfitti in quello scontro e che non abbiamo altra scelta che essere vassalli di una o dell’altra superpotenza. Se da una parte la Russia di Putin pretende di avere giurisdizione su tutti gli Stati ex sovietici che ritiene vassalli all’interno della propria area di influenza Lei ci ricorda che per gli USA a sua presidenza l’Europa non sovietica era e resta vassallo degli USA e che chi non condivide questa visione va senz’altro considerato nemico.

Noi siamo invece ogni giorno più convinti che l’Europa non può più essere schiava delle mire di due imperialismi. Che gli Stati che la compongono o che desiderano farne parte debbano avere il diritto di decidere la propria politica, di non dover essere costretti a scegliere di stare con l’una o con l’altra delle due potenze. L’Europa pretende di essere indipendente e di trattare alla pari con chiunque. L’Europa Unita ha la forza politica economica e militare di farlo e intende usarla, se necessario, per far valere le proprie ragioni. Per questo ogni attacco ad uno degli Stati che la compongono o che decidono democraticamente di farne parte sarà considerato come un attacco all’Europa stessa.

L’Europa rivendica il suo stato di culla della civiltà e del diritto e all’interno dei suoi confini lo difenderà da qualunque aggressione economica, politica o militare. L’Europa considera suoi amici tutti gli Stati che condividono i suoi principii di pacifica convivenza e all’interno dei propri confini non tollera attacchi a quelli che ritiene valori irrinunciabili.

L’Europa ha sognato forse troppo ottimisticamente che i suoi siano valori universali ma crede fermamente ad essi e al sogno di una comunità mondiale su di essi fondata. Nessuno ci priverà di questo sogno. Lo tenga bene in mente chi crede di poterci dare ordini.

 

Questo è forse quello che avrebbe potuto dire ieri Zelenski se non fosse stato interrotto ogni volta che gli venivano poste delle domande. Ma questo è soprattutto quello che vorrei sentir dire oggi dalle autorità di un Europa ancora troppo succube e non ancora conscia della forza che avrebbe se finalmente decidesse di essere unita. Europa Unita, unica possibilità di difendersi dalle mire per niente nascoste della Russia di Putin e degli USA di Trump. Senza dimenticare che nel mondo anche altre nuove potenze e nuove tentazioni di egemonia si stanno facendo largo.