Sono sempre stato un uomo alieno dagli esibizionismi, da quelle che continuo a pensare e definire piazzate. I cortei con le bandiere, i banchetti in piazza, gli scioperi della fame e tutto il bagaglio culturale proprio di Pannella e dei Pannelliani li aborro. Ho sempre guardato con aristocratico quanto ingiustificato disprezzo

l'attività dei pasionari e delle pasionarie che da tutti gli angoli del pensiero, con tutte le possibili giustificazioni e motivazioni, si sono nel tempo via via uniti e hanno continuato a far parte oppure sono fuggiti di volta in volta da quella strana cosa che il Partito Radicale Italiano, nato per l'azione di idealisti repubblicani anticonvenzionali, è diventata per mano di quello strano uomo, un po' idealista e un po' opportunista, un po' furbo e un po' coerente/incoerente giornalista, politico, filosofo che è stato Marco Pannella.

Carismatico personaggio che ha epurato durante il percorso pensatori limpidi come Massimo Teodori e Angelo Panebianco. Che ha ridotto al suo volere entusiasti come Gianfranco Spadaccia. Che ha portato dalla sua parte Emma Bonino e Adelaide Aglietta e annichilito chiunque la pensasse diversamente da lui. Che ha attirato all'interno della sua creatura pur di ottenerene un vantaggio personaggi come Enzo Tortora, Domenico Modugno. Che non ha esitato a cooptare delinquenti come Toni Negri pur di fare notizia.

Che ha portato nel suo partito (?) Rutelli e Capezzone.

Che è l'artefice e il carnefice dell'attuale galassia radicale.

Al Partito Radicale mi sono avvicinato nel 76 mentre ero iscritto al Politecnico a Torino e votavo PCI. Fu un amore a prima vista e ancora oggi lo rimane dopo così tanti anni. Da allora sono sempre stato un elettore silenzioso. In varie occasioni ho provato ad avvicinarmi alla militanza ma ne sono sempre fuggito con un certo senso di ribrezzo. Fa parte della mia natura certamente, ma è anche vero che al Partito Radicale si sono avvicinati nel tempo personaggi che in comune, come ho avuto modo di verificare nel tempo, non avevano altro che un senso di disagio per la politica come è vista ufficialmente.

Per me l'aderenza al Partito Radicale è l'aderenza agli ideali liberali, liberisti, libertari. Sul "libertini" spesso citato non ho nulla in contrario tranne che non lo ritengo un argomento politico essenziale (nulla mi toglie dalla mente che Marco lo abbia adottato perchè gli "suonava bene". Perfettamente in linea con lo stile del nostro).

E' l'aderenza allo spirito critico contro l'accettazione acritica di qualunque concetto. E' il mio modo di affermare la laicità dello Stato contro la visione religiosa di tanti (compreso lo stesso Pannella).

E' essenzialmente un modo di vedere la vita "ateo".

Ho avuto modo di vedere nel tempo che sotto quella che pensavo fosse la mia bandiera sono venuti a militare personaggi e gruppi a volte anche incompatibili: ecologisti, animalisti, massimalisti, millenaristi,buddhisti, ghandiani, comunisti e cristiani e chi vuole aggiungere aggiunga.

Questo mi ha, non mi vergogno ad ammetterlo, instillato la consapevolezza di essere stato preso per culo.

E' comunemente ritenuto un pregio di Marco l'aver convogliato in un unico canale così tanti disagi. E' il peggior difetto invece a mio vedere di questo demagogo che ha saputo coagulare intorno a se tanti consensi anche a costo di perdere identità. Pur di ottenere consenso, voti, posizioni di potere, seggi elettorali, voce in capitolo, fondi a garantire i costi dell'organizzazione e gli stipendi degli aderenti ( si sa che Marco si è giocato i beni di famiglia già da tanto tempo).

Di fatto ogni volta che in abruzzo ho cercato di dare il mio contributo mi sono trovato di fronte per lo più a entusiasti millenaristi. Gente che pensa che l'umanità sia in pericolo, che da un momento all'altro la catastrofe ci piomberà addosso, che senza il personale sacrificio di ognuno l'umanità sia condannata alla perdizione eterna. Che il digiuno e magari anche la giornaliera flagellazione siano l'unica via per la salvezza.

Insomma mi ritrovo ancora una volta oggi davanti a "tifosi" per lo più acritici che somigliano più agli allegri fraticelli di Francesco che ai pensatori alla Erasmo che prediligo. Avevo avuto un sussulto di pacere di fronte alla precedente gestione locale. Quella attuale mi riporta al medioevo del pensiero.

Sono un pantofolaio radicale? Se è così me ne vanto. Probabilmente non sono neanche un radicale, a dire il vero.

E se non aderisco all'ennesimo sciopero della fame perdonatemi. A parte che sono tutte cazzate preferisco mangiare bene. Sono pur sempre un epicureo e gli stoici, secondo me, sono soltanto dei poveri sfigati :)