Una passeggiata in mezzo alla campagna in questi giorni di primavera soffocata dal brutto tempo ma che si avverte forte e viva e vogliosa di sbocciare nel pieno delle sue forze.

Avvertire i profumi nell'aria, il calore appena le nuvole si diradano, gli uccelli che si risvegliano e si corteggiano.

I polmoni respirano con voluttà l'aria nuova, il cuore torna a battere con forza.

Lo avverti sotto il petto che sembra apprezzare il cambio di stagione.

L'atmosfera è magica e porta la mente a soffermarsi sulla bellezza di questo mondo intorno a noi, che diamo così scontato e la cui esistenza è invece così incredibile.

Che meccanismi complicati, che eterno mistero meraviglioso quello dell'universo, della natura, degli esseri viventi.

Troppo meraviglioso per svilirlo con il culto di un creatore che avrebbe concepito tutto questo, creato l'uomo a sua immagine e somiglianza, imposte le leggi di comportamento, premiato i buoni e punito i cattivi.

Un deus che avrebbe mandato in terra il suo figlio antropomorfo a redimere i peccati commessi dal suo popolo.

Ridicolo, ingenuo, ignorante, presuntuoso, ingannatore, vile, approfittatore dell'ignoranza altrui.

In altri tempi giustificabile come è possibile che ancora oggi la bellezza della mente umana debba svilirsi in queste superstizioni odiose?

Eppure in quanti rinunciano a capire, abdicano alla propria intelligenza in cambio della promessa dell'immortalità, della speranza di sconfiggere la morte in un mondo successivo alla morte?

Non è la religione, qualunque essa sia, a dettare l'etica. L'etica fa parte di noi, è insita nell'essere umano, qualunque cosa l'essere umano sia.

Quanto è difficile, per ognuno di noi, ammettere di non conoscere chi siamo, da dove veniamo, perchè esistiamo e come?

Perchè inventare, creare a nostra volta, immaginare e credere che sia vero un sistema, di volta in volta più semplice o più complesso, che giustifichi e dia una risposta a questi sacrosanti interrogativi?

Da sempre ci abbiamo provato. Da sempre abbiamo avuto bisogno di credere. Da sempre in nome delle nostre sciocche superstizioni ci siamo combattuti, ci siamo uccisi.

Cosa ci impedisce di pensare che il concetto del bene e del male non ci sono dettati da un'entità sovrannaturale ma fanno già parte di noi? Che possiamo essere buoni e giusti senza che ci sia comandato dal Dio di turno inventato dal sacerdote di turno in cerca di potere?

Ci sarà un motivo. Ci sarà un creatore, forse. Esisterà un senso in questa vita. Qualcosa che resta al di sopra della mia conoscenza. Non ho fretta di conoscerli. Certamente non sono disposto a inventarmeli se non li conosco. Voglio vivere nel giusto. E non c'è nessuno che mi insegnerà cos'è il giusto e come raggiungerlo. E' già tutto in me. La sfida è arrivare a conoscere me stesso e attraverso la ricerca intravedere lontanamente, forse, la verità che esiste al di sopra di noi. Indifferente a noi, temo.